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Rinoplastica primaria

Rinoplastica Primaria
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Rinoplastica secondaria e post-traumatica

Rinoplastica Secondaria
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Rinoplastica Secondaria
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Rinoplastica Secondaria
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Rinoplastica Secondaria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In questa paziente, già operata con tecnica chiusa, è evidente nella visione frontale la deformità “a V invertita” del terzo medio del dorso, dovuta al collasso delle cartilagini triangolari. La punta appare irregolare, con asimmetria dei due “duomi”, oltre che lunga ed iperproiettata. Sul profilo, si nota sia l’insellatura del dorso, dovuta all’eccessivo abbassamento del gibbo, che la disarmonia con la punta. Si tratterà anche qui quindi di ripristinare delle proporzioni corrette, ri-conformando le strutture non adeguatamente trattate (cartilagini della punta) e reintegrando con innesti il dorso rimosso in eccesso Le cartilagini alari verranno accorciate e simmetrizzate. I due “duomi”, che erano stati suturati l’uno all’altro dando un aspetto inappropriato di “punta unica” verranno separati e posizionati con corretta distanza tra loro. La punta, dopo l’accorciamento, sarà appena ruotata verso l’alto e stabilizzata con un innesto di allungamento del setto (“septal extension graft”) prelevato dalla stessa porzione prossimale del setto. Riguardo il dorso, la defomità “a V invertita” verrà corretta con “spreader grafts”, anch’essi prelevati dal setto. Il dorso verrà infine rialzato con innesti di cartilagine “a dadini” (“diced cartilage fascia”) avvolti in fascia temporale. La funzione respiratoria, del tutto inadeguata, viene corretta in questa paziente sia con settoplastica della porzione ostruente residua del setto che con apertura della valvola nasale interna mediante “spreader grafts” Anche in questo caso, come in ogni rinoplastica primaria o di revisione, il dr Robotti ha evitato il ricorso a qualsiasi materiale “alloplastico”, impiegando soltanto innesti provenienti dalla stessa paziente. Fortunatamente, il setto non era stato manipolato precedentemente, e quindi ha fornito quantità sufficiente di cartilagine per gli stessi innesti.