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Blefaroplastica

Informazioni generali

La blefaroplastica viene normalmente eseguita per rimuovere l'eccesso di cute e/o le “borse” (eccesso di grasso) dalle palpebre superiori ed inferiori. Bisogna premettere che non tutti i pazienti hanno necessità di rimuovere sia la cute che le “borse”. In molti casi, è necessaria solo una delle due cose. Bisogna poi tener presente che la blefaroplastica non rimuoverà le rughe ai lati degli occhi (“zampe di gallina”) nè tutte le pieghe della cute intorno agli occhi, né farà rialzare le sopracciglia discese troppo in basso. La blefaroplastica non è indicata per una età particolare: in alcuni pazienti verrà consigliata per migliorare gli effetti negativi dell'invecchiamento; altri pazienti hanno “tratti ereditari” marcati che possono trarre beneficio dall'intervento anche prima dei trent'anni. E' necessario accettare il giudizio del chirurgo sulla quantità massima di cute che può essere asportata senza conseguenze per ottenere il migliore risultato possibile per ogni particolare problema. Il risultato dell'intervento viene determinato da un numero variabile di fattori quali: le condizioni fisiche del viso, la presenza o l'assenza di grasso, l'eta relativa della cute, la quantità e la qualità delle rughe presenti, la struttura ossea sottostante, ed infine influenze ormonali. L'intervento di blefaroplastica può essere effettuato da solo o, laddove indicato, in combinazione con altre procedure, come un lifting facciale o lifting frontale (per rialzare le sopracciglia), o un lipofilling (innesto di grasso). La durata del risultato dell'intervento varia da individuo ad individuo. In molti casi le borse delle palpebre inferiori non recidivano, ma con il passare del tempo la cute diventa più lassa, più ridondante e potrebbe essere necessaria, in un tempo variabile negli anni successivi, un'ulteriore asportazione della cute.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi è candidato alla blefaroplastica

Il candidato migliore alla blefaroplastica è uomo o donna in buona salute, psicologicamente stabile e realistico nelle sue aspettative, con una o più di queste caratteristiche:
• cute in eccesso che nasconde il solco naturale delle palpebre superiori, e può anche interferire con il campo visivo superiore
• “borse” e “gonfiore” delle palpebre inferiori, con conseguente aspetto “stanco”
• cute in eccesso e rugosità fini delle palpebre inferiori
• depressione, a volte un vero e proprio solco, in corrispondenza del bordo osseo dell'orbita sotto le palpebre inferiori.
• eccessiva lassità (scarso “tono”) delle palpebre inferiori, con “caduta in basso” verso i lati. In taluni casi, è necessario considerare anche altre procedure alternative o combinate per risolvere il problema di ogni paziente. Ad esempio, se è presente una caduta del sopracciglio, una blefaroplastica sarà insufficiente o, a volte, controindicata, mentre potrà essere richiesto un lifting frontale o un lifting diretto del sopracciglio. Talora, sarà possibile innalzare la parte centrale delle sopracciglia (sulla radice del naso) rimuovendo selettivamente i muscoli “corrugatori” attraverso la stessa incisione di una blefaroplastica superiore, o, oggi più frequentemente, con infiltrazione di tossina botulinica (Botox), tuttavia con un risultato di durata temporanea (3-4 mesi). Talora, sarà necessario correggere una concomitante “ptosi palpebrale” (palpebra abbassata) con un intervento di accorciamento del muscolo elevatore della palpebra. Talvolta, potrà essere successivamente indicato anche un peeling chimico o un trattamento laser per migliorare le piccole rughe della cute peri-orbitaria. Quindi, ogni caso richiede una valutazione specifica. Esistono alcune patologie “mediche” che possono rendere più problematica o rischiosa una blefaroplastica: problemi di tiroide (ipotiroidismo e malattia di Basedow), diabete, ipertensione. Esistono anche situazioni oftalmologiche che possono controindicare una blefaroplastica e che quindi possono rendere necessaria una visita oculistica pre-operatoria: distacco retinico, glaucoma, allergie oculari, insufficiente lacrimazione, problemi con l'uso di lenti a contatto.


Preparazione pre-operatoria

Il Dr Robotti effettua sempre almeno due visite preoperatorie: alla prima, dettagliata, visita iniziale, ne segue una seconda (se avrete deciso di sottoporvi all'intervento) per rivedere la tecnica che meglio si addice al vostro caso, per darvi ulteriori delucidazioni e rispondere ad altre vostre domande, e per effettuare le foto preoperatorie. Le numerose foto preoperatorie, che verranno fatte direttamente dal Dr Robotti, sono di grande importanza per l'intervento. Nel corso della prima visita, il chirurgo valuterà la situazione generale, le opzioni chirurgiche compresa la possibilità di interventi aggiuntivi o alternativi (ad es. la correzione di una ptosi concomitante), e le eventuali asimmetrie (di cui la paziente spesso non a conoscenza) che dopo l'intervento possono risultare pi o meno visibili. Ne consegue la necessità di un approccio chirurgico attento ed individualizzato, che tenga conto per quanto possibile di tali fattori. Nella seconda visita, verrà definitivamente deciso il programma chirurgico e verranno effettuate le foto preoperatorie. Verrà poi sempre effettuata un'accurata visita preoperatoria da parte dell'anestesista. A tale scopo vi verranno prescritti degli esami di laboratorio ed, in taluni casi, un elettrocardiogramma ed una radiografia del torace. Nel corso di tale visita, vi verranno poi date istruzioni su quando iniziare il digiuno pre-operatorio, in base alla modalit di anestesia ed ora di inizio dell'intervento.
E' fondamentale informare il chirurgo e l'anestesista di qualsiasi eventuale trattamento con farmaci (cortisonici, antipertensivi, cardioattivi, anticoagulanti, ipoglicemizzanti, antibiotici, contraccettivi, tranquillanti, sonniferi, ecc..). Per le pazienti in trattamento con contraccettivi orali, di solito non oggi necessario interromperne l'assunzione prima dell'intervento. E' necessario a tal proposito specificare nel corso della vista anestesiologica quale tipo di contraccettivo venga impiegato.
Si consiglia di non assumere aspirina o medicamenti che la contengono per due settimane prima dell'intervento e due settimane dopo. L'aspirina può causare sanguinamento e quindi aumentare il rischio di complicanze.
Si consiglia poi di eliminare il fumo per almeno due settimane prima dell'intervento. Alcuni studi hanno dimostrato che l'incidenza delle complicanze è 10 volte superiore nei fumatori rispetto a quelli che non fumano. Se il fumo viene eliminato per almeno 15 giorni prima dell'operazione, l'incidenza delle complicanze diventa pari a quella dei non fumatori.
E' poi opportuno nei giorni precedenti l'intervento evitare contatti con persone con raffreddore o altre malattie infettive
Sia la sera prima l'intervento sia la mattina stessa, il/la paziente dovrà infine effettuare una accurata e prolungata doccia con sapone antisettico (ad es. Neoxidina, Citrosil saponetta o Saugella verde, reperibili in farmacia).
Si deve inoltre evitare qualsiasi di tipo di trucco al viso il giorno dell'intervento. Infine, essendo l'intervento effettuato in regime di “day hospital”, la/il paziente dovrà aver preso accordi per essere accompagnato/a a casa e per un adeguato aiuto a domicilio per uno-due giorni dopo l'intervento.

 

L'intervento

 

Viene dapprima valutato e disegnato l'eccesso cutaneo. Talvolta, è impossibile rimuovere tutta la cute che appare essere in eccesso, perché tale eccedenza può essere più propriamente cute discesa del sopracciglio. In tal caso, sarebbe un errore rimuoverla tutta (perché ciò comporterebbe una trazione del sopracciglio in basso con una sua discesa) e potrebbe essere più indicato un “lifting” del sopracciglio contemporaneo alla blefaroplastica. Il disegno viene eseguito in modo che la cicatrice finale possa cadere in una normale piega cutanea quando l'occhio è aperto. Nella regione del canto esterno (angolo laterale dell'occhio) l'incisione curva leggermente all'infuori e verso l'alto, estendendosi per necessità più all'esterno se lì esiste una plica di cute evidente. La quantità di cute stabilita viene poi rimossa, insieme ad una porzione di muscolo sottostante. Viene poi asportata la quantità adeguata di grasso in eccesso e la cute viene chiusa con materiale di sutura molto sottile. La sutura finale viene a cadere sul naturale solco della palpebra superiore, circa un cm al di sopra del bordo ciliare.

 

Palpebra superiore.

 

 

Viene dapprima valutato e disegnato l'eccesso cutaneo. Talvolta, è impossibile rimuovere tutta la cute che appare essere in eccesso, perché tale eccedenza può essere più propriamente cute discesa del sopracciglio. In tal caso, sarebbe un errore rimuoverla tutta (perché ciò comporterebbe una trazione del sopracciglio in basso con una sua discesa) e potrebbe essere più indicato un “lifting” del sopracciglio contemporaneo alla blefaroplastica. Il disegno viene eseguito in modo che la cicatrice finale possa cadere in una normale piega cutanea quando l'occhio è aperto. Nella regione del canto esterno (angolo laterale dell'occhio) l'incisione curva leggermente all'infuori e verso l'alto, estendendosi per necessità più all'esterno se lì esiste una plica di cute evidente. La quantità di cute stabilita viene poi rimossa, insieme ad una porzione di muscolo sottostante. Viene poi asportata la quantità adeguata di grasso in eccesso e la cute viene chiusa con materiale di sutura molto sottile. La sutura finale viene a cadere sul naturale solco della palpebra superiore, circa un cm al di sopra del bordo ciliare.

 

Palpebra inferiore.

 

 

L'incisione è eseguita a circa due mm dal bordo ciliare, parallela al margine palpebrale, e si prolunga leggermente oltre il canto esterno curvando lungo una ruga. La cute viene scollata delicatamente dai tessuti sottostanti, con un piano di dissezione sotto la cute, o, più frequentemente, sotto cute e muscolo orbicolare. Inciso il muscolo, la quantità appropriata di grasso in eccesso viene rimossa o riposizionata in basso per migliorare il contorno dell'orbita. Asportato infine l'eccesso cutaneo, la cute viene in ultimo suturata con fili molto sottili. Spesso è necessario eseguire una “cantopessi” (sospensione laterale della palpebra) per evitarne la discesa, specie quando esiste una preesistente lassità del tono della palpebra inferiore. E' da tener presente che non sempre è possibile asportare tutto l'eccesso di cute apparentemente presente, per evitare eccessiva tensione e quindi il successivo incurvarsi verso il basso della palpebra inferiore (“ectropion”) Sulle palpebre superiore ed inferiore vengono in ultimo applicati dei cerotti tipo “steri-strips” o un tampone imbevuto di soluzione fisiologica fredda.

 

Varianti tecniche principali:

cantopessi laterale”: è una manovra utile per sospendere la palpebra inferiore, alzandola lateralmente, in quei casi in cui questa è lassa o poco tonica. Scopo della manovra è evitare l'insorgenza di “ectropion” postoperatorio. La cantopessi laterale si effettua in vari modi, risospendendo o plicando il legamento laterale del canto o il muscolo orbicolare.
“resezione transpalpebrale dei muscoli corrugatori e procero”: consente di innalzare di alcuni millimetri la parte mediale delle sopracciglia, resecando, attraverso la stessa incisione della blefaroplastica superiore, i muscoli che determinano il corrugamento della fronte sopra la radice del naso. Comporta frequentemente, nel post-operatorio, alcune settimane di parestesie (“formiche” e minor sensibilità) sulla fronte, comunque temporanee. Spesso, oggi, è sostituita da una infiltrazione di tossina botulinica (Botox), assai più semplice ed egualmente efficace, di durata però temporanea (3-4 mesi), e quindi da ripetersi periodicamente.

 

blefaroplastica transcongiuntivale” : consiste nella rimozione del grasso presente nelle borse delle palpebre inferiori attraverso un'incisione nella congiuntiva, quindi all'interno della palpebra, quindi senza comportare incisioni esterne sulla cute. Tale tecnica è riservata di solito a donne giovani con sole borse alla palpebra inferiore e senza cute in eccesso. In taluni casi di pazienti meno giovani, laddove la palpebra inferiore abbia poco “tono”, il dr Robotti potrà suggerirVi di effettuare sia una resezione del grasso per via transcongiuntivale che una minima resezione di cute con incisione esterna aggiuntiva (tecnica “pinch”), per evitare il rischio di una successiva discesa della palpebra inferiore.
lipofilling”: consiste nell'iniezione di grasso, prelevato dallo stesso paziente (ad es. da sotto il mento) ed iniettato con cannule molto sottili (“tecnica di Coleman”) per migliorare, ad esempio, le rughe glabellari (sopra la radice del naso) o per ridare, in taluni casi, miglior contorno al solco sotto-orbitario o a contorno peri-orbitario.

 

Cosa aspettarsi dopo l'intervento.

Dolore : questo tipo di intervento comporta dolore pressoché nullo o minimo, che può essere eventualmente controllato con normali analgesici. Dopo l'intervento e per le prime 24 ore saranno applicate sugli occhi delle compresse fredde o una mascherina in gel che andranno cambiate frequentemente. Il/la paziente dovrà restare a casa per le prime 48 ore postoperatorie. La prima medicazione avverrà di solito in terza giornata, allorchè si rimuoveranno alcuni punti di sutura. I restanti punti di sutura verranno rimossi dopo 5-6 giorni dall'operazione o, se riassorbibili, non necessiteranno di rimozione. Una maggiore lacrimazione ed iperemia congiuntivale (occhi arrossati) sono abbastanza frequenti nel post-operatorio, a causa del gonfiore e dell'ecchimosi subita dei tessuti palpebrali. Non sono pericolosi né dolorosi, e si risolveranno dopo alcuni giorni.
Edema (gonfiore), ecchimosi (lividi) e discromie (variazioni di colore della cute): queste tre manifestazioni variano da paziente a paziente, sono più frequenti nel sesso maschile e nei fumatori, e possono essere modeste o consistenti. La maggior parte dell'edema e delle ecchimosi scompare fra il quinto e il decimo giorno, ma non è insolito che modificazioni di colore durino più a lungo. E' necessario evitare l'esposizione solare o lampade abbronzanti fino alla loro completa scomparsa. Durante questo periodo le palpebre possono apparire gonfie, irregolari ed asimmetriche.
Dislocazione temporanea verso il basso della palpebra inferiore : la palpebra inferiore può essere leggermente stirata in basso allontanandosi dal globo oculare. Questo può essere dovuto all'edema e solitamente scompare appena il gonfiore si sarà ridotto.
Cicatrici: Le cicatrici che rimangono dopo una blefaroplastica sono minime e pressochè invisibili (in quanto cadono lungo una normale piega cutanea), anche se permanenti. Nelle prime settimane, le cicatrici appaiono spesso peggiorare alquanto, divenendo più rosse ed evidenti. Per nasconderle, è comunque possibile usare una idonea crema colorata coprente (ad es. stick Couvrance della ditta AVENE) già dalla settima giornata postoperatoria. E' comunque necessario attendere 6-8 mesi perché le cicatrici maturino definitivamente, appiattendosi e divenendo bianche e sottili. Per tale periodo, esse non dovranno essere esposte direttamente al sole (quindi impiegare indumenti o creme filtro antisolare totale) e potranno essere massaggiate con idonee creme emollienti. Dopo I'operazione, può essere presente una modesta sporgenza di tessuti immediatamente a lato delle linee di incisione; generalmente ciò e temporaneo e tende a scomparire, nel giro di qualche mese, man mano che le cicatrici si ammorbidiscono ed i tessuti si distendono. E' utile infine ricordare che, anche se un buon risultato è spesso evidente fin dalla rimozione dei punti, non è possibile giudicare il risultato finale dell'operazione finché non sia scomparso tutto l'edema (gonfiore) e l'area dell'intervento non si sia ammorbidita completamente, quindi almeno 3 mesi dopo l'operazione.
Controlli postoperatori: dopo le prime medicazioni e la rimozione dei punti, la/il paziente verrà sottoposto a controlli periodici per il primo anno dopo l'intervento (di solito ad un mese, tre mesi, sei mesi e dodici mesi). Tali controlli non comportano ovviamente alcun costo aggiuntivo.

 

Possibili complicanze.

Le complicanze sono rare ma possibili. Per quanto siano stati descritti in letteratura alcuni casi di cecità dopo blefaroplastica inferiore, questi sono aneddotici e da collegarsi o ad un imponente sanguinamento non trattato o ad una infezione massiva.
Occasionalmente vi potrà essere la formazione di un modesto ematoma (accumulo di sangue al di sotto delle ferite). In alcuni casi potrebbe essere necessario la rimozione chirurgica dei coaguli per rendere la guarigione più rapida.
Le infezioni sono estremamente rare se l'intervento è condotto in sala operatoria con strumenti sterili e personale qualificato.
Talvolta, dopo una blefaroplastica inferiore, si può verificare chemosi della congiuntiva, cioè una raccolta infiammatoria di liquido (edema) a livello della congiuntiva. Questa si risolve spontaneamente in alcune settimane, con l’aiuto di colliri o pomate lubrificanti a base di cortisone
Occasionalmente la palpebra inferiore potrà essere dislocata verso il basso allontanandosi dal globo oculare. Ciò può essere causato da un'anormale guarigione delle cicatrici profonde. Questo problema è generalmente temporaneo, come spiegato sopra, ma potrebbe richiedere correzione chirurgica in un tempo successivo.
Piccole tumefazioni lungo le linee di incisione possono sopravvenire 2-3 settimane dopo l'intervento. Queste possono essere cisti o ghiandole sudoripare otturate. In linea di massima, esse scompaiono spontaneamente, ma occasionalmente è necessario aprirle.
Le revisioni chirurgiche predette, quando indicate, sono in genere degli interventi minori che possono essere eseguiti ambulatorialmente in anestesia locale.

 

Possibilità di "ritocco"

Nonostante l'intervento venga condotto con la massima cura e nel miglior modo possibile, allo scopo di ottenere il risultato discusso con Voi e desiderato, la pratica della chirurgia non è una scienza esatta, e quindi non è per definizione possibile fornire una “garanzia” di risultato. Esiste quindi la possibilità di dover effettuare, a distanza di 8-12 mesi dall'intervento, un "ritocco" per correggere imperfezioni che si rendano manifeste a guarigione avvenuta. Ciò può accadere anche in mani esperte, e non può essere previsto prima. L'eventuale 'ritocco' si effettua di solito in anestesia locale ed e' per lo più di breve durata. Esso non comporta onorario per il Dr. Robotti da parte del paziente, ma può comportare costi legati all'utilizzo della struttura.

 

Ripresa dell'attività fisica.

La guida dell'automobile potrà essere ripresa dopo 1 settimana; le attività sportive leggere dopo 2 settimane; le attività sportive vigorose dopo 4 settimane, il trucco dopo 2 settimane. Il lavoro potrà essere ripreso in genere, secondo i casi, dopo 6-10 giorni dall'intervento. Bisognerà evitare l'esposizione diretta delle palpebre al sole per almeno 3 mesi (occhiali scuri o crema filtro a schermo totale).

 

 

NOTA IMPORTANTE per gli interventi di chirurgia estetica

Ogni intervento chirurgico ha, come esito, la presenza di una o più cicatrici. La cicatrizzazione è un fenomeno biologicamente complesso che si realizza attraverso fasi diverse. La maturazione delle cicatrici è l'ultima di queste fasi e si protrae per molti mesi, talora per uno-due anni.
E' quindi evidente che il paziente dovrà attendere il tempo necessario per la stabilizzazione della cicatrice, prima di poterne osservare l'aspetto definitivo. Il chirurgo utilizzerà tutte le tecniche volte ad ottenere una buona cicatrice, sottile e situata allo stesso livello della cute circostante.
Esistono, però, fattori che possono modificare il normale processo di cicatrizzazione; essi sono: le anomalie della vascolarizzazione e dell'innervazione, la carenza di proteine, l'uso di farmaci antineoplastici, il diabete (la microangiopatia diabetica), il fumo di sigaretta.
Esistono, inoltre, delle forme di cicatrizzazione patologica, sulla base di una predisposizione individuale, che possono determinare la formazione di una cicatrice ipertrofica o, nei casi più gravi, di una cicatrice cheloidea. Tale evento si realizza più facilmente in alcune sedi corporee quali la regione sternale, deltoidea, scapolare, ombelicale e pubica.
Qualora dovesse verificarsi l'insorgenza di una cicatrice inestetica, sarà quasi sempre possibile ottenere dei miglioramenti mediante terapia medica o chirurgica. E' bene tenere presente, inoltre, che qualsiasi procedura chirurgica – per quanto piccola e limitata possa essere ed eseguita su pazienti in buone condizioni generali – comporta sempre la non prevedibile possibilità di insorgenza di complicazioni generali il cui tipo e gravità sono anch'esse non prevedibili.
Statisticamente si può affermare che, per persone in buone condizioni generali i cui esami clinici non dimostrino alterazioni che possono aumentare il tasso di rischio, la possibilità di insorgenza di complicazioni gravi o gravissime è pressoché teorica.
Le fotografie, infine, sono importanti in chirurgia plastica quale indispensabile elemento diagnostico. Esse verranno eseguite prima e dopo l'intervento e saranno allegate al fascicolo personale riservato della paziente quale documentazione clinica. Le fotografie pre-operatorie sono di solito anche utilizzate dal chirurgo per discutere l'intervento con i pazienti.
Esse potranno anche essere utilizzate a scopo scientifico con assoluta garanzia dell'anonimato.